R.I.P.

lunedì 4 maggio 2009

2: PRIMO VIAGGIO DI TUTTO RISPETTO

Questa settimana mi sono dannato l'anima per smontare quell'aggeggio diabolico e studiarne accuratamente la struttura e devo confessare che tuttora alcuni elementi che lo compongono mi risultano incomprensibili, ma perbacco funziona!
Tralascerò qui i dettagli tecnici e il resoconto dei tentativi di teletrasporto seguiti al mio primo fortunoso viaggio dal salotto al corridoio. Sorvolerò anche su certi piccoli incidenti occorsimi, come ritrovarmi teletrasportato e nudo per alcuni secondi nel panificio sotto casa, e non mi soffermerò sul conseguente, noiosissimo soggiorno al commissariato.
Credo però di essere giunto a buon punto nella stabilizzazione del mio adorato aggeggio. Inoltre, ho approntato una prima versione dello strumento che mi permette, una volta teletrasportato, di tornare indietro. L'ho battezzato ritornatore: non funziona ancora perfettamente, ma ci sto lavorando su.
C'è una nota dolente in tutto questo susseguirsi di progressi: dovrò mettere una pietra sopra alle mie velleità commerciali. Confesso che avevo fantasticato di produrre l'apparecchio in serie e diventare ricco sfondato. Purtroppo, ho scoperto che il mio organismo è necessario al corretto funzionamento del teletrasporto, e non si può aggirare il problema commercializzandolo in kit con un mio clone.
Le tecnologie ci sarebbero, ma il problema è un altro.
L'aggeggio, infatti, per funzionare si appoggia tanto alla struttura molecolare del mio corpo quanto al flusso delle mie onde cerebrali e queste ultime sono personali, personalissime, non c'è clone che tenga: ogni individuo ha le sue, e il loro flusso varia perpetuamente. Sono dunque irriproducibili, anche nel caso di una mente primordiale come la mia.
Mi consolo, però, ripensando a questa mattina e al primo viaggio degno di questo nome.
Sono andato ben più lontano del panificio sotto casa: la mia strumentazione dice che mi trovavo in una zona vicino al porto, esattamente a 10.345.328 millimetri dal punto zero, cioè la macchina in salotto. Devo fidarmi di questi dati non avendo potuto vedere coi miei occhi lo scintillio del sole sulle onde del mare né respirare l'aria salmastra. Mi sono infatti rimaterializzato in uno scantinato, per di più nel mezzo di una seduta spiritica: credo che i partecipanti non si aspettassero di vedermi, quando si sono presi per mano e hanno lasciato fluire le loro energie... Ho seminato il panico, dannazione. Ho quasi rischiato di prendermi una sedia in testa da parte di una scalmanata che non la piantava di urlare. La gente è impulsiva, a volte. Ho provato a calmarli, ma non c'è stato verso, così ho azionato il ritornatore e quello mi ha rispedito direttamente nel cassonetto sotto casa: maledetto strumento, è estremamente difficile da governare. Ma non tutto il male viene per nuocere: nel cassonetto ho trovato una scatola di spaghetti ancora chiusa e me li sono mangiati a pranzo. Ho anche trovato un disegno strambo e vagamente truce che ho appeso in bagno.

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