R.I.P.

domenica 22 novembre 2009

18: CONVALESCENZA


Carissimi,
scrivo dal giardino di una clinica adagiata sulle rive di un lago incantevole ubicato in un punto imprecisato di un pianeta chissà dove nell'universo.
Sto bene: gli alieni mi hanno ricomposto circa una settimana fa.
E' una buona notizia.
La riabilitazione non è ancora finita e ogni mattina sono costretto a fare il bagno giù al lago, poi tocca alle terme.
A pranzo mi nutrono di prelibatezze e nel pomeriggio devo sottostare a lunghi massaggi rilassanti e benefici.
La sera organizzano in mio onore canti e balli.
L'alieno budinoso, con due soli piedini un po' cicciotto che ride un po' così, si chiama UOP e si è autonominato mio aiutante tuttofare: è molto premuroso e simpatico, ma tira delle loffe pestilenziali.
Il mio interprete alieno si chiama Gianni: ha vissuto diversi anni in incognito sulla terra, ricoprendo tra parentesi alte cariche istituzionali di cui però preferisce non parlare. Da quanto ho capito da alcune frasi allusive che si è lasciato scappare, sembra che sulla terra gli alieni in incognito siano parecchi.
Un abbraccio e al prossimo aggiornamento.

ps. Grande Leonardo! Ciò che mi scrivi è fantastico: forse abbiamo visto l'hacker di persona! Pare che il cerchio attorno a lui si stia stringendo, dopotutto. Aggiungo che il tuo acume è strabiliante, e la tua teoria sul camaleontismo, che per inciso ritengo validissima, è illuminante. Per quanto riguarda la tua richiesta, non ci sono foto di me ricomposto in modo errato, ma se dovessero saltare fuori chiederò che vengano pubblicate senz'altro.

pps. La parola "a dakplpguhrptaid gaa daflgtardof g" significa "supreteletrasporto" nel dialetto materno di UOP, l'alieno budinoso.

ppps. Colgo l'occasione per fare gli auguri a tutti coloro che compiono gli anni oggi, data terrestre 23 novembre 2009.

sabato 7 novembre 2009

17 - TELEGRAMMA DALLO SPAZIO


questo è un breve messaggio.
sto bene, tutto sommato.
grazie a chi mi ha scritto che mi è vicino.
fa piacere non sentirsi soli con certi alieni.
sono imprevedibili.
non sono ancora riusciti a ricompormi ma forse ci stanno provando.
hanno uno strano senso dell'umorismo.
hanno chiamato uno che dovrebbe parlare la mia lingua.
speriamo bene.

ps.
di loro iniziativa hanno intercettato le trasmissioni dell'hacker.
sono riusciti a captarne un'immagine.

martedì 27 ottobre 2009

t r e m a t e

Non so se ridere o piangere. Ero riuscito a superare i tuoi sistemi di sicurezza informatici (poca cosa), mi ero agganciato al tuo impianto elettrico e aspettavo che tornassi dal viaggio per fulminarti mentre indifeso facevi la doccia, e scopro che sei ridotto in quelle condizioni chissà dove nello spazio profondo.
La mia vendetta così non vale.
Forse, mentre aspetto che torni, me la prenderò con qualcuno dei patetici visitatori di questo stupido blog.
Tremate.

firmato: HAKER

ps: e toglierò subito quel penoso ritratto che non mi assomiglia per niente

mercoledì 14 ottobre 2009

15: ALIENI


Chissà se questo messaggio giungerà sulla terra.
Come un ebete ho deciso di farmi un viaggetto alla massima potenza e sono finito male. Qualcuno un giorno mi parlò di una puntata di star trek in cui un tizio veniva teletrasportato in maniera errata finendo male. Ora, quella è una serie televisiva e conta ciò che conta, ma io stesso avevo avuto dei problemucci col tappeto e le scarpe, una volta, e avrei dovuto ricordarmene.
Bè, adesso è tardi per recriminare visto che mi sono ridotto a un ammasso organico disgustoso.
Sto cercando di ricompormi, questo sì, ma non sono sicuro che questi extraterrestri stiano capendo le istruzioni che impartisco loro, o che almeno prendano la situazione sul serio. Quello che credo sia il capo ha passato ore e ore piegato su uno dei loro sofisticatissimi elaboratori, e pensavo lavorasse per risolvere il mio caso medico, invece ha prodotto solo un disegno idiota. Speriamo bene.

martedì 29 settembre 2009

14: SISTEMI DI SICUREZZA RUDIMENTALI


Accidenti, com'è duro guadagnarsi onestamente il pane in questo mondo. Non so se lo sapete, ma qualcuno si è introdotto nella mia dimora e mi ha rubato il progetto della tuta. Qualcuno dotato, stando alla lettera anonima che mi è pervenuta, di un ragno meccanizzato di gelatina: sfido che i miei sistemi di sicurezza rudimentali non lo hanno neutralizzato...
Pazienza, vediamo il lato positivo: cestinato il progetto, visto che il teletrasporto languiva e bisognava testare la nuova tuta ho fatto un viaggio.
Così sono capitato in un posto veramente ma veramente fuori. Un casino totale. Ci ho passato appena tre giorni ma gente, mi è bastato per tutta la vita.
A parte il clima, uno schifo, ma poi la città dove stavo, sterminata: ho preso un treno ieri per vedere se riuscivo a vederne la fine ma non c'è stato verso. Allucinante. Milioni e milioni e ancora milioni di persone. Se non miliardi. E bestie, bestie da tutte le parti. Le più assurde.
Ovunque ti giri una sorpresa. Suoni, rumori, odori, colori, caos. CAOS!
Che ha i suoi lati positivi: passando totalmente inosservato mi sono potuto trattenere tre giorni a esplorare quella sterminata città-mondo. Non ci ho capito granché, ovviamente; né sono riuscito a individuare, in tre giorni, un solo punto di riferimento su cui orientarmi.
E questo sia cartograficamente sia culturalmente. Stressante, devo dire stressante.
Ma, ecco, per quanto dispersi ci si possa sentire, ecco, tale carnaio riserva i suoi lati positivi, volendo proprio rilassarsi e togliersi certi sfizi. Ma forse non è questo il luogo per parlarne.
Comunque alla fine mi sono rotto e adesso sono distrutto: penso quindi che mi farò una doccia e poi planerò sul divano.

martedì 22 settembre 2009

13: NUOVISSIMA TUTA


Ho creato una nuova tuta per i miei viaggi e devo dire che è decisamente meglio della prima. Difficile descriverla a parole per quanto è complessa, studiata, rifinita, modellata, all'avanguardia sotto ogni aspetto: materiali, assemblaggio, design. Sì, anche design. Ho timore a farvene vedere una foto o anche solo uno schizzo perché poi qualcuno potrebbe rubarmi l'idea, e questo non deve assolutamente accadere. Il denaro ricavato dalla vendita dell'orologio d'oro sta lentamente ma inesorabilmente prosciugandosi e dio solo sa quanti soldi servono per fare ricerca. Ecco perché la tuta è top-secret. Voglio commerciarlizzarla, ma solo in una versione più elementare adatta agli sciatori, i palombari, gli astronauti. Quanti al mondo, che praticano contemporaneamente queste discipline (l'essere astronauta può considerarsi una disciplina? Suppongo di sì) vorrebbero avere un sola tuta, bella, pratica e versatile?

ps: ho sognato che venivo aggredito da un gigantesco ragno semi-trasparente, significherà qualcosa?

martedì 15 settembre 2009

12: Dal ricettatore


E' dura per tutti tornare al lavoro, ma il mondo batte cassa.
Io di certo non faccio eccezione e poiché il mio conto in banca era sprofondato verso abissi dai quali, ahimè, altrimenti non avrei saputo come ripescarlo, ho cercato di piazzare quell'orologio d'oro tempestato di diamanti che avevo ritrovato tempo fa nello scatolone, nella speranza di ricavarci quattrini spendibili dall'alimentari sotto casa.
Mi sono rivolto a un amico, che mi ha parlato di un amico di un suo conoscente, il quale sosteneva di avere un cugino che, forse, conosceva un tale che poteva fare al caso mio. Ho seguito la lunga catena, fiducioso.
Dall'incontro ho ricavato molto meno di quanto sperassi, però non mi posso lamentare, considerando il personaggio con cui avevo a che fare: ne è testimone una foto che ho potuto scattare grazie alla microcamera che ho inserito nelle lenti a contatto. Quel tale è convinto di essere un benefattore, ma in realtà è uno strozzino. Quindi la contrattazione è stata dura. In più, è anche convinto di essere ospitale mentre ti costringe ad assumere certe sostanze di cui lui, a quanto ho visto, fa un uso smodato. Per questo dico che non è stato facile rimanere lucido e fare il mio interesse. Mi accontento dei pochi soldi scucitigli e di non essermi bruciato il cervello: e se mi fossi ridotto come uno di quegli scoppiati che vedono animaletti strani dappertutto?

martedì 4 agosto 2009

martedì 28 luglio 2009

11: MEGAWATT


Quale sarebbe la vostra reazione se perdeste di punto in bianco tutto ciò che vi qualifica come individualità materiali nel mondo? Se sparissero le vostre scarpe, le magliette, i vestiti insieme alle sedie, la tavola, il letto, l'armadio, le penne, i bicchieri, i piatti, tutta la cucina? Compreso il cibo, le marmellate, la birra, il miele? E anche il bagno, la vasca e lo spazzolino, saponi, detergenti, salviette, dizionari, riviste? I libri, i dischi, il computer, le foto delle vacanze, le cuffiette? La macchina, per quanto sia scassata, la vespa, la bicicletta? Le vecchie cose abbandonate in uno sgabuzzino, sparite insieme al magazzino stesso? Quell'oggetto che è rimasto nascosto in un cassetto per anni e che ritrovandolo vi ha smosso qualcosa dentro segnando il discrimine tra due età? Il telefono con tutte le sue funzioni e i numeri? Se sparissero le linee elettriche, il pavimento su cui posate i piedi, se sparissero anche i vostri piedi insieme a tutto il corpo?
Se tutto, tutto scomparisse, quale sarebbe la vostra reazione istintiva?
Paura? Tensione? Stupore? Incredulità?
Meraviglia? Sollievo?
Orrore?
Ecco, è questo che si prova nei primi momenti del viaggio.
Tanto per darvi un'idea, sennò qua sembra che parlo a vanvera.

P.S. Ho iniziato la nuova tuta e ripreso contatto con l'hacker: aveva cercato di intrufolarsi ancora nei miei sistemi, ma gli ho spaccato il culo e adesso probabilmente sta riparando la sua stupida macchina sfrigolante. Per quanto sia scaltro, in fin dei conti lui non ha che un computer, io invece un intero laboratorio: punisco a distanza con scariche di megawatt.

martedì 21 luglio 2009

10: FUGGIASCO


Dopo i dovuti esami e avere assodato che la macchina funzionava a regime ho deciso di testare la tuta che ero andato perfezionando nelle settimane passate. Segni propizi accompagnavano la mia decisione: si era dissolta quella nuvoletta dotata di campo gravitazionale proprio che si aggirava per casa. Era tempo di aggiornare il mio diario con nuove e grandiose scoperte: portavo con me alcuni doni (un libro, uno specchietto, delle caramelle) per instaurare rapporti pacifici ovunque giungessi.
Mi sono tornati utilissimi.
Con il libro ho stordito un poliziotto che ha tentato di immobilizzarmi quando mi sono materializzato sulla scena di un delitto. Poi, con lo specchietto, ho accecato il suo collega e mi sono quindi dato alla fuga. Infine, con le caramelle ho corrotto un bambino che reggeva la bicicletta al fratello maggiore mentre quello faceva pipì dietro una siepe.
Se vi state chiedendo come mai non sono subito tornato qui in salotto azionando il ritornatore, la risposta è semplice: quello stupido aggeggio si è rotto e non riesco a capire come diavolo è successo. Proverò a frizionarlo col succo di pompelmo, a volte fa miracoli.
Bè, che dire di più? Fortunatamente indossavo la tuta, altrimenti sarei stato identificabile. Invece è bastato che me ne sbarazzassi una volta allontanatomi dalla scena del delitto. E grazie al sistema di autodistruzione di cui l'avevo dotata non resta alcuna traccia del mio passaggio e posso dormire sonni tranquilli. Peccato, però, ci avevo messo parecchio ad assemblarla.
Pazienza, vorrà dire che ne farò un'altra.

martedì 14 luglio 2009

lunedì 6 luglio 2009

9 1/2: WANTED

Sono tornato.
Ammetto che questi interventi dell'hacker mi infastidiscono, ma mi rincuora il fatto che:
1) a larghissima maggioranza, per non dire all'unanimità, il sondaggio ha preferito me all'hacker;
2) siccome non sono il primo fesso che passa per strada sono riuscito a intrufolarmi nel sistema operativo di questo mio acerrimo nemico e, grazie a un paio di trucchetti informatici, ho adesso un suo ritratto, seppure approssimativo.
Chiunque dovesse incontrarlo in giro, per strada o che ne so, se lo vuole può tirargli un pugno da parte mia, oppure dirgli di smetterla e basta, che forse è più civile...
Quasi dimenticavo. Per quanto riguarda il simpatico indovinello lanciato dall'hacker (che comunque non doveva permettersi, il maledetto, di modificarmi la copertina con una grafica da commodore 64), ecco, confesso che l'ho trovato intrigante e ho deciso di lanciare, a tale proposito, a mia volta un sondaggio.
Ecco anche spiegato perché questo episodio è il nove e mezzo, e non il dieci, altrimenti avrei dovuto modificare la copertina (anche col nove e mezzo lo dovevi fare, potrebbe obiettare qualcuno, ma in quel caso si sarebbe perso l'indovinello, e avrei dovuto sbattermi di più).

martedì 30 giugno 2009

9: HACKERAGGIOOOO!!!!


Questo è un nuovo intervento dell'hacher.
Quest volta faccio sul serio: cosa ne facciamo di questo stupido blog?
Che non è nemmeno un blog a farci caso...

Lancerò un sondaggio: scegliete tra l'hacker o ubaldo ghiribizzi, quella sottospecie di inventore.

p.s. la copertina è solo per pochissimi intenditori: dovete scoprire la citazione nascosta. ahahahahah!

venerdì 26 giugno 2009

8: SPAPARANZATO

Sono al tredicesimo caffè ma non mi sono ancora svegliato completamente.
Che dormita.
Mi sono coricato lunedì sera alle sette e svegliato solo un'ora fa, quindi ho dormito più o meno una novantina di ore. Non male...
È successo che all'alba di lunedì sono riuscito finalmente a risistemare l'aggeggio, anche se solo parzialmente: ho dovuto moderare la potenza d'entrata per non costringere il fibrillatore ad uno stress eccessivo, limitando così la portata dell'apparecchio a poche manciate di chilometri dal punto zero. Però, così settata, la macchina si è dimostrata estremamente precisa: perfetta per spostamenti brevi e mirati.
Sono andato a salutare i miei, che non vedevo da un po', e da quel momento la cosa è degenerata.
Per tutto il giorno ho sbrigato commissioni di ogni tipo per amici e parentado, per risparmiare loro imbottigliamenti nel traffico, caroselli per i parcheggi eccetera eccetera.
All'inizio con piacere, poi meno, visto che venivo da un giorno e una notte di lavoro e che, se è vero che il teletrasporto riduce notevolmente la fatica generata da uno spostamento tradizionale, la possibilità di compiere commissioni con una tale celerità provoca a lungo andare uno stress notevole. Quando ci si sposta tradizionalmente, infatti, si ha tempo per riflettere, rimuginare, spegnere il cervello: e ciò è di vitale importanza per la nostra salute mentale.
Insomma, lunedì ho fatto tante di quelle cose, visto tanti di quegli uffici, ricordato tante di quelle raccomandazioni per portare questo o consegnare quello, che mi viene la nausea anche solo a parlarne. Per cui mi spaparanzerò sul divano e mi guarderò qualcuno dei dvd che ho trovato nello scatolone.

lunedì 15 giugno 2009

7: SORVOLANDO


Come dice appunto il titolo di questo post sorvolerò sull'episodio di hackeraggio che mi ha impallato questo spazio la settimana scorsa. Se qualcuno non vuole leggere faccia a meno, ma che bisogno c'è di comportarsi così e arrivare persino agli insulti (sono stato definito un imbecille...)?
E con questo considero chiuso l'argomento.
In questi giorni ho lavorato sulla tuta da indossare per i prossimi viaggi, a patto che la macchina si rimetta a funzionare. Anzi, a questo proposito e tornando su di un argomento che avevo prematuramente definito chiuso, lancerei un appello all'hacker: se non hai di meglio da fare, potresti aiutarmi a risolvere un problema tecnico, ossia diverse stringhe del programma di avvio che non mi riesce di allacciare al boot del teletrasporto. Mi fanno dannare, le maledette.
Tornando alla tuta, in realtà sono solo alla fase preparatoria, di progetto, anche se sto via via recuperando materiali che potranno tornarmi utili. Proprio pervaso da questo spirito di caccia sono andato in garage e lì ho trovato uno scatolone pieno di cianfrusaglie che non ricordavo nemmeno di avere, e infatti ho scoperto che non sono roba mia: sono in effetti la refurtiva qui abbandonata da un mio inquilino temporaneo (ai tempi in cui questa casa era un B&B) e che aveva in effetti un'aria un po' losca. Per il resto non mi lamento, a parte il caldo che comincia a farsi sentire.

martedì 9 giugno 2009

--------hakeraggio--------

ciao a tutti soo un hacker e ho appena manomesso questo stupido blog perché non ce la facevo più a sopportar tutte quelle fesserie che quell'imbecille scriveva-°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°AHAHAHAHAH!!!!!hehehehhehehehhehehù!!! ih ih ih...

lunedì 1 giugno 2009

6: UN SOGNO

Sono in viaggio nella maniera tradizionale e il teletrasporto giace in salotto con una coperta buttata sopra, come un animale impagliato e spelacchiato in un museo di storia naturale chiuso.
Forse è un bene, avevo bisogno di staccare la spina, lo stress delle ultime settimane si faceva sentire e a lungo andare sono sicuro avrebbe pregiudicato le mie ricerche.
Forse per questo stanotte non ho sognato il lavoro.
Ricordo che vagavo di sera per un quartiere di enormi edifici insieme a una figura familiare la cui identità resta celata in una sorta di mutevole indefinitezza. Sono quasi sicuro che la città fosse New York, una grande mela onirica. Il quartiere, nella cui vasta piazza centrale ci trovavamo, era stato costruito in un periodo di crescita ed espansione della città agli inizi del secolo scorso, edificato per accogliere gli immigrati italiani. Osservavo questi mastodontici palazzi razionalisti e mi stupivo che le luci dei due più imponenti fossero spente: non una finestra illuminata.
La cosa aveva un aspetto sinistro.
Il sogno poi continuava, ma non era la stessa città.
Ricordo la pioggia vista cadere dall'interno di un autobus e i ciclisti spicciarsi per non infradiciarsi: un ragazzo ci superava mentre effettuavamo una fermata e io, che avevo preso posto in uno dei sedili di coda, notai che la ruota anteriore della sua bicicletta era piegata, eppure girava.
Ricordo di essermi trovato in un negozio, poi grande magazzino, alla ricerca di certe tende di cui avevamo bisogno: al guinzaglio avevo un bellissimo cane presto trasformatosi in orso e la cosa non mi stupì, ma ricordo la preoccupazione crescere in me quando ho visto un poliziotto parlare con un impiegato. Chissà quali erano le loro leggi in materia di bestie al guinzaglio, pensai, e non volendo complicazioni io e l'orso ce la siamo filata.
Il resto è nebuloso.

martedì 26 maggio 2009

5: VIAGGI LAMPO

Il teletrasporto è di gran lunga l'aggeggio più inaffidabile che abbia mai inventato.

In questi giorni l'ho smontato e rimontato pezzo per pezzo seguendo scrupolosamente i miei appunti e schemi ed ero convinto di averlo finalmente aggiustato. Per celebrare, e per combattere la calura opprimente che avanza con la stagione, ho preso un birra ghiacciata dal freezer e lì, sorpresa, ho ritrovato la macchina fotografica che credevo perduta ormai da tempo. 

Soddisfatto me la sono appesa al collo e poi, avendomi la birra stimolato un certo appetito, ho preso pane, prosciutto e sottilette dal frigo e mi sono preparato due toast, ma è stato proprio nel momento esatto in cui sono saltati fuori dal tostapane che, credo per una perdita di aderenza biotica, si è acceso il teletrasporto e zzzBAM!, senza i soliti preamboli (vibrazioni e senso di leggerezza che precedono solitamente il viaggio) sono partito. 

Due viaggi lampo di circa un secondo e mezzo l'uno.

Mi sono ritrovato in una sauna, anche se sul momento non lo avevo capito: per quanto ne sapevo potevo trovarmi ovunque e così ho istintivamente sollevato la macchina fotografica per immortalare la misteriosa realtà che mi attorniava. Non sono riuscito a scattare, in compenso ho messo a fuoco un uomo mezzo nudo: appena il tempo di renderci conto della nostra reciproca presenza e zzzBIM!, secondo viaggio lampo e mi ritrovo a tu per tu con l'essere più strano che abbia mai visto.

Credo che anche lui abbia pensato lo stesso o almeno così lascia intendere l'espressione perplessa con cui appare nella foto che questa volta ho scattato prontamente nonostante le condizioni avverse. Con ogni probabilità, infatti, mi trovavo sulla superficie di un pianeta con atmosfera e forza di gravità diverse da quelle cui siamo abituati e ho subito cominciato a gonfiarmi come un pallone: la sensazione peggiore che abbia mai provato.

Non oso immaginare cosa sarebbe successo (probabilmente sarei esploso) se zzzBUM!, non mi fossi rimaterializzato sul divano del salotto dove mi sono fortunatamente sgonfiato e da dove ho potuto osservare il teletrasporto friggere e sfumacchiare in maniera penosa. Mi sa che sono partiti sia il coaugulatore metalmeccanico opponibile che la valvola di sfogo... 

Pazienza, ci lavorerò su. 

Quest'avventura mi ha fatto però riflettere su quanto sono imprudente e sulla necessità di dotarmi di un'attrezzatura consona per i miei viaggi, un proposito che avevo già formulato ma che da domani cercherò di mettere in pratica. Per oggi, comunque, mi basta essere vivo.

p.s. Ho appeso in bagno la foto dell'alieno e non avendo altro da fare ho scarabocchiato un ritratto dell'uomo della sauna. 

martedì 19 maggio 2009

4: ARIA FRESCA

Credo proprio di avere combinato un casino mentre cercavo di sensibilizzare il modernizzatore di potenza: ormai sono giorni che la macchina non dà segni di vita.
Comincio a preoccuparmi...
L'ultimo segnale poco rassicurante che il teletrasporto mi ha inviato è stata una nuvoletta di fumo denso e nero che tuttora galleggia a pochi centimetri dal soffitto del salotto. Il fatto è abbastanza anomalo: ho tenuto spalancate notte e giorno porte e finestre, ma sembra che quella nuvoletta abbia un campo energetico/gravitazionale tutto suo, e non ne vuole sapere di spostarsi...
Pazienza, prima o poi si dissolverà.
Ad ogni modo, anche se negli ultimi tre giorni mi sono disperato, ora ritengo inevitabile che una cosa del genere accadesse, dopo tutti i progressi fatti: è naturale, direi addirittura fisiologico, che ci siano degli alti e bassi. Ne ho approfittato allora per risistemare la bicicletta e farmi qualche giro.
Aria fresca e sole erano proprio quello che mi ci voleva per rinvigorire i pensieri, asfissiati com'erano da lunghe ore di lavoro. I passi da gigante ottenuti sin troppo facilmente, poi, mi avevano fatto dimenticare l'estrema fragilità della mia invenzione e quanto poco ne so ancora dei suoi principi di funzionamento.
Ho pedalato e pedalato, sono arrivato fino al bosco e mi sono addentrato nella vegetazione ben oltre i sentieri più battuti, portando al limite le possibilità del mio veicolo. Mi sono perso, ma questo mi ha permesso di sbucare nei pressi di uno stagno e incontrare lì un tizio molto simpatico, reduce da una lunga passeggiata e stanco quanto se non più di me.
Ci siamo buttati sulla riva e abbiamo improvvisato una merenda con le provviste che avevamo portato con noi. Parlando di questo e quello abbiamo scoperto di essere praticamente colleghi: mi ha detto che si interessa di energia ed è il responsabile di un ufficio segreto di una potenza straniera non meglio identificata, ma pacifica. Io gli ho raccontato quello che mi è successo nelle ultime settimane, del teletrasporto e di tutto ciò che ne consegue, e lui mi ha ascoltato con estremo interesse. Quando gli ho parlato di Clelia, la bellissima U-oide, e della misteriosa energia Capasonica che noi umani non scopriremo se non fra miliardi di anni, gli ho chiesto se avesse qualche opinione a riguardo, dato che lavora nel campo. Lui ha scosso la testa e ho scorto un'ombra di disappunto velargli per un momento lo sguardo. Clelia potrebbe non sbagliarsi di molto, ha commentato, vista l'ottusità con cui ci si ostina a utilizzare fonti energetiche arretrate. Infine, prima di salutarci, mi ha regalato uno splendido adesivo che ho incollato sulla canna della bici.

giovedì 14 maggio 2009

3: VIAGGIO SUL PIANETA U-126/127

Due giorni fa, lavoravo sul mio aggeggio per migliorare la fase di partenza ed eliminare certe fastidiose vibrazioni all'inizio del viaggio, quando mi sono caduti gli occhiali su alcuni circuiti delicati e il trabiccolo si è messo in moto da solo teletrasportandomi in un luogo che non avrei mai pensato di visitare: il pianeta U-126/127, a una distanza di 1.234.938.220.888.375.624.765.423.289.465.010.447.987 elevato alla 47.298.303.463.684.054.686.374.192.334.738 millimetri dal punto zero (cioè la macchina in salotto).

Confesso che il fatto mi ha colto del tutto impreparato.

Fortunatamente l'atmosfera del pianeta U-126/127 è identica a quella della Terra, ma il rischio che ho corso mi ha fatto pensare alla necessità di dotarmi di un adeguato equipaggiamento per i viaggi futuri. Comunque, tornando al pianeta U-126/127, ammetto purtroppo che non ho avuto il tempo di esplorarlo: non saprei dire quanto è grande, né quali specie di animali e piante dimorino in quel lontano ammasso di materia. Posso però dire che vivono laggiù degli esseri tali e quali a noi umani, fatta eccezione per la tonalità violacea della loro epidermide e il fatto che comunicano telepaticamente.

Gli U-oidi sono molto ospitali: un autoctono di sesso femminile, che chiamerò Clelia, non si è scomposto affatto quando mi sono materializzato al suo tavolino in quello che mi sembrò essere l'equivalente di un bar terrestre. Clelia era più che altro sorpresa che avessi raggiunto U-126/127 senza l'ausilio dell'energia Capasonica che noi terrestri, scandalosamente arretrati, dovremmo essere in grado di utilizzare più o meno tra una dozzina di miliardi di anni.

Ma se erano così evoluti, mi chiedevo guardandomi attorno, perché gli U-oidi che mi circondavano erano tutti nudi? Perché si ubriacavano come scozzesi? Clelia, offrendomi un goccio del distillato che tutti bevevano e che mi ha subito dato alla testa, mi ha spiegato che la loro società differisce dalla nostra soprattutto sotto l'aspetto riproduttivo. Su U-126/127, infatti, individui di diversi sessi non entrano mai in contatto tra loro se non per questioni puramente lavorative, e la sessualità come noi la conosciamo non è nemmeno concepita.

Ogni due anni, però, c'è la Settimana della Riproduzione: la definirei un'orgia sportiva, grazie alla quale la specie non si estingue e che, fatalità, quando sono giunto sul pianeta stava giusto per cominciare. Il bar in cui mi trovavo, mi ha spiegato inoltre Clelia, era in realtà lo spogliatoio distrettuale degli U-oidi femminili che stavano, giustamente, facendo riscaldamento.

E mentre mi spiegava tutto ciò, Clelia, sorseggiando dalla sua bottiglia di distillato afrodisiaco, mi si era inoltre furtivamente avvicinata e aveva cominciato a strusciarmisi contro: finché non ha accidentalmente azionato il ritornatore che avevo in tasca e io, per la seconda volta, mi sono ritrovato nel cassonetto sotto casa.

lunedì 4 maggio 2009

2: PRIMO VIAGGIO DI TUTTO RISPETTO

Questa settimana mi sono dannato l'anima per smontare quell'aggeggio diabolico e studiarne accuratamente la struttura e devo confessare che tuttora alcuni elementi che lo compongono mi risultano incomprensibili, ma perbacco funziona!
Tralascerò qui i dettagli tecnici e il resoconto dei tentativi di teletrasporto seguiti al mio primo fortunoso viaggio dal salotto al corridoio. Sorvolerò anche su certi piccoli incidenti occorsimi, come ritrovarmi teletrasportato e nudo per alcuni secondi nel panificio sotto casa, e non mi soffermerò sul conseguente, noiosissimo soggiorno al commissariato.
Credo però di essere giunto a buon punto nella stabilizzazione del mio adorato aggeggio. Inoltre, ho approntato una prima versione dello strumento che mi permette, una volta teletrasportato, di tornare indietro. L'ho battezzato ritornatore: non funziona ancora perfettamente, ma ci sto lavorando su.
C'è una nota dolente in tutto questo susseguirsi di progressi: dovrò mettere una pietra sopra alle mie velleità commerciali. Confesso che avevo fantasticato di produrre l'apparecchio in serie e diventare ricco sfondato. Purtroppo, ho scoperto che il mio organismo è necessario al corretto funzionamento del teletrasporto, e non si può aggirare il problema commercializzandolo in kit con un mio clone.
Le tecnologie ci sarebbero, ma il problema è un altro.
L'aggeggio, infatti, per funzionare si appoggia tanto alla struttura molecolare del mio corpo quanto al flusso delle mie onde cerebrali e queste ultime sono personali, personalissime, non c'è clone che tenga: ogni individuo ha le sue, e il loro flusso varia perpetuamente. Sono dunque irriproducibili, anche nel caso di una mente primordiale come la mia.
Mi consolo, però, ripensando a questa mattina e al primo viaggio degno di questo nome.
Sono andato ben più lontano del panificio sotto casa: la mia strumentazione dice che mi trovavo in una zona vicino al porto, esattamente a 10.345.328 millimetri dal punto zero, cioè la macchina in salotto. Devo fidarmi di questi dati non avendo potuto vedere coi miei occhi lo scintillio del sole sulle onde del mare né respirare l'aria salmastra. Mi sono infatti rimaterializzato in uno scantinato, per di più nel mezzo di una seduta spiritica: credo che i partecipanti non si aspettassero di vedermi, quando si sono presi per mano e hanno lasciato fluire le loro energie... Ho seminato il panico, dannazione. Ho quasi rischiato di prendermi una sedia in testa da parte di una scalmanata che non la piantava di urlare. La gente è impulsiva, a volte. Ho provato a calmarli, ma non c'è stato verso, così ho azionato il ritornatore e quello mi ha rispedito direttamente nel cassonetto sotto casa: maledetto strumento, è estremamente difficile da governare. Ma non tutto il male viene per nuocere: nel cassonetto ho trovato una scatola di spaghetti ancora chiusa e me li sono mangiati a pranzo. Ho anche trovato un disegno strambo e vagamente truce che ho appeso in bagno.

mercoledì 29 aprile 2009

1: COME HO INVENTATO IL TELETRASPORTO

Alcuni mesi fa, in un momento di euforia, avevo seriamente danneggiato il mio televisore con una testata e oggi pomeriggio, non avendo di meglio da fare, mi sono messo a sistemarlo. Avevo deciso di apportare alcune modifiche al modello originale e sperimentare così un paio di sistemi di frammentazione energetica da me ideati, nonché applicare una teoria che mi è venuta in mente questa mattina mentre ero in fila alle poste.
Fatto sta che dopo alcune ore di lavoro forsennato, quando ho provato ad accenderlo, l'apparecchio mi ha trasferito dal salotto al corridoio: prima ero lì, poi ero là.
Un'esperienza sbalorditiva, nella sua essenzialità.
Ancora non riesco a crederci, eppure ne ho la prova sotto gli occhi: un ammasso informe di ciò che resta delle mie scarpe e del tappeto. Suppongo che la macchina ne abbia ricombinato la struttura molecolare. Pazienza, è forse l'unico effetto secondario sgradito, colpa sicuramente del bicchiere di vodka-arancia che ho accidentalmente versato sul tubo catodico mentre lo collegavo ai sub-iniettori. Bisognerà ripulirlo per bene, dovrò lavorare sodo. Dovrò mettermi a studiare questo apparecchio per capire, se non altro, come diavolo funziona... Mi converrà smontarlo prendendo nota della sistemazione di ogni suo elemento, compresa la più insulsa delle viti, e fare degli schemi. Per poi rimontare il tutto con maggiore cognizione di causa.
Per quanto riguarda le possibilità di questa invenzione, invece, esse esulano dalla mia capacità di figurarmele. E se mi ritrovassi a migliaia di chilometri di distanza? E se il viaggio includesse anche la categoria del tempo, cosa tra parentesi molto probabile? E se mi ritrovassi in un luogo sconosciuto ai limiti dell'universo?
Se venissi catapultato all'improvviso nel Pliocene, tra i 5 e i 2,5 milioni di anni fa, se non ricordo male? In quel caso potrei assistere alla formazione del Mar Rosso, oppure conoscere qualche ominide nostro antenato e avere con lui una conversazione illuminante.
Potrei non tornare più indietro.
Ecco, questo è un punto fondamentale: devo trovare un modo di effettuare viaggi di andata e ritorno e...
Suonano alla porta: sarà meglio nascondere il tappeto.