R.I.P.

martedì 19 maggio 2009

4: ARIA FRESCA

Credo proprio di avere combinato un casino mentre cercavo di sensibilizzare il modernizzatore di potenza: ormai sono giorni che la macchina non dà segni di vita.
Comincio a preoccuparmi...
L'ultimo segnale poco rassicurante che il teletrasporto mi ha inviato è stata una nuvoletta di fumo denso e nero che tuttora galleggia a pochi centimetri dal soffitto del salotto. Il fatto è abbastanza anomalo: ho tenuto spalancate notte e giorno porte e finestre, ma sembra che quella nuvoletta abbia un campo energetico/gravitazionale tutto suo, e non ne vuole sapere di spostarsi...
Pazienza, prima o poi si dissolverà.
Ad ogni modo, anche se negli ultimi tre giorni mi sono disperato, ora ritengo inevitabile che una cosa del genere accadesse, dopo tutti i progressi fatti: è naturale, direi addirittura fisiologico, che ci siano degli alti e bassi. Ne ho approfittato allora per risistemare la bicicletta e farmi qualche giro.
Aria fresca e sole erano proprio quello che mi ci voleva per rinvigorire i pensieri, asfissiati com'erano da lunghe ore di lavoro. I passi da gigante ottenuti sin troppo facilmente, poi, mi avevano fatto dimenticare l'estrema fragilità della mia invenzione e quanto poco ne so ancora dei suoi principi di funzionamento.
Ho pedalato e pedalato, sono arrivato fino al bosco e mi sono addentrato nella vegetazione ben oltre i sentieri più battuti, portando al limite le possibilità del mio veicolo. Mi sono perso, ma questo mi ha permesso di sbucare nei pressi di uno stagno e incontrare lì un tizio molto simpatico, reduce da una lunga passeggiata e stanco quanto se non più di me.
Ci siamo buttati sulla riva e abbiamo improvvisato una merenda con le provviste che avevamo portato con noi. Parlando di questo e quello abbiamo scoperto di essere praticamente colleghi: mi ha detto che si interessa di energia ed è il responsabile di un ufficio segreto di una potenza straniera non meglio identificata, ma pacifica. Io gli ho raccontato quello che mi è successo nelle ultime settimane, del teletrasporto e di tutto ciò che ne consegue, e lui mi ha ascoltato con estremo interesse. Quando gli ho parlato di Clelia, la bellissima U-oide, e della misteriosa energia Capasonica che noi umani non scopriremo se non fra miliardi di anni, gli ho chiesto se avesse qualche opinione a riguardo, dato che lavora nel campo. Lui ha scosso la testa e ho scorto un'ombra di disappunto velargli per un momento lo sguardo. Clelia potrebbe non sbagliarsi di molto, ha commentato, vista l'ottusità con cui ci si ostina a utilizzare fonti energetiche arretrate. Infine, prima di salutarci, mi ha regalato uno splendido adesivo che ho incollato sulla canna della bici.

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